SOLO GLI SFIGATI LAVORANO LA DOMENICA
Un monologo feroce, ironico e disarmante sulle disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro e sulle contraddizioni della società contemporanea. Uno spettacolo che mescola comicità e grottesco, dramma e farsa, trasformando il palco in un vortice di domande scomode e riflessioni taglienti: Cosa vogliamo fare da grandi? Davvero la nostra realizzazione passa solo attraverso la performance, la produttività, il sacrificio?
Testo originale di Manuela Fischietti
Drammaturgia e regia Alessio Kogoj
Con Manuela Fischietti
Musiche originali Alessio Kogoj
Produzione I Teatri Soffiati e Rifiuti Speciali
Organizzazione Saba Burali
Foto di scena Romano Magrone
“Sono nata di domenica. Per alcuni il giorno del Signore, per tutti il giorno del riposo. Quel giorno in cui solo gli sfigati lavorano”.
Solo gli sfigati lavorano la domenica è una spassionata dichiarazione di delusione verso un mondo che ci vuole performanti, credibili, attivi, eroici, produttivi, anche quando il lavoro non c'è. Solo gli sfigati lavorano la domenica è un racconto tutto al femminile sulle disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro e non solo. Solo gli sfigati lavorano la domenica è un manuale di sopravvivenza per chi lavora, per chi continua a cercare lavoro, per chi vorrebbe cambiare lavoro, per chi non sa più lavorare. Solo gli sfigati lavorano la domenica è la domanda che supera sempre l'offerta ma è anche un atto d'amore verso il nostro io profondo, quell'io speranzoso che ogni tanto, stanco sul divano a fine giornata, torna a chiederci “Era questa la vita che sognavi da bambino?”. Parole, azioni, opere, omissioni e musica sintetica si inalberano sulla scena scandendo tempi di grande leggerezza e profonda riflessione. Uno specchio in cui ogni spettatore potrà riconoscersi al di là di ogni deformazione professionale e pura consapevolezza. Tra cambi di registro, dal comico al grottesco e dal drammatico al tragico, passando per la farsa, la scena si colora di quadri, atmosfere sfocate o vivide il cui centro pulsante è il lavoro con le sue contraddizioni, visioni, speranze. Un monologo incalzato dalle musiche originali e suonate dal vivo da Alessio Kogoj. Una storia fatta di tante storie in cui sarà inevitabile riconoscersi. Sempre che si sia disposti a chiedersi ancora “cosa voglio fare da grande?”
Nome? Cognome? Titolo di studi? Precedenti esperienze lavorative? Tirocini? Stage? Esperienze di volontariato? È sposata? Intende farlo a breve? Figli? Perché dovremmo prendere lei e non qualcun altro? Si sente più incline al lavoro di squadra o è un libero battitore? Scusi. Una libera battitrice. Si descriva con tre aggettivi. Cerchiamo persone affidabili, che abbiano voglia di imparare e di sporcarsi le mani. Ma lei cosa vuole fare da grande?